Doping off-side

Scritto da: Elena Paolucci

mercoledì, 27 Febbraio 2019


Il “doping” è una sostanza di uso non terapeutico che migliora l’efficienza psico-fisico.

Nello sport le sostanze usate come dopanti agiscono in diversi modi; quelle che sono indirizzate ai muscoli e quelle che lavorano tramite il sangue. Se agiscono sui muscoli è per migliorarne la forza, mentre se incidono sul sangue è per aumentare le capacità aerobiche.

Per le sostanze considerate dopanti ci sono varianti, le sostanze proibite, quelle proibite solo per le competizioni e quelle proibite per alcuni sport.

Tra le sostanze proibite troviamo gli anabolizzanti (ormoni maschili o femminili), i diuretici (permettono di espellere più liquidi del necessario, nelle analisi antidoping si risulta negativi), gli ormoni peptidici (GH, ormone somministrato a chi soffre di nanismo in un certo limite che, in una persona sana aumenta la massa magra e regola il metabolismo o l’EPO, che produce globuli rossi) e gli anestetici locali (che servono per non sentire né dolore né fatica.

Per le sostanze proibite solo nelle competizioni ci sono gli stimolanti, che a lungo andare danneggiano il sistema nervoso, i narcotici che derivano da oppiacei e i cannabinoidi che abbassano la soglia della paura.

Mentre le sostanze vietate in alcuni sport sono l’alcol, che provoca la vasodilatazione e i beta-bloccanti che evitano i tremori.

La nuova frontiera del doping è spinta verso il “doping genetico”, una tecnica quasi fantascientifica che manipola il DNA e rende le sostanze quasi irrintracciabili.

Le sostanze dopanti sono un grande business farmaceutico e per i mercati di molti paesi, solo in Italia il guadagno è di 1583 milioni annui. Business farmaceutico perché molte sostanze dopanti sono all’interno di alcune medicine, rintracciabili facilmente anche online a prezzi stracciati.

La scuola come ci ha informati?

La scuola, organizzando una conferenza con Grazia Vanni, ex atleta e ora docente di scienze motorie e tecnico delle federazione italiana atletica leggera, ci ha permesso di apprendere i vari motivi dell’assunzione di sostanze dopanti. Partendo dalla definizione di doping e, passando per esempi, è arrivata all’importanza di queste sostanze sul lato economico.

Fin dai Greci si usavano sostanze simili a quelle di oggi e l’Italia vanta il primo atleta alle olimpiadi ad aver vinto dopandosi.

Per esempio quando troviamo atleti con una massa muscolare molto grande, non è né normale né raggiungibile col solo allenamento, quindi è deducibile che assuma sostanze.

Negli ultimi tempi ci sono stati atleti risultati positivi come Maria Sharapova, Lance Armstrogn o Mike Tyson, mai scoperto fino alla pubblicazione di una biografia dove ammetteva di assumere sostanze dopanti.

Ma quali sono gli effetti collaterali nel tempo?

  • Danneggiamento del sistema nervoso (rende instabili e poco presenti)
  • Trombosi
  • Tumori
  • Sangue più denso (il cuore a un certo punto non pompa più)
  • Scompenso cardiaco
  • Infarto
  • Ipertrofia miocardica
  • Ictus

Si cerca di informare gli atleti e non, che l’uso delle sostanze dopanti, non solo danneggia fisico e mente, ma è anche illegale. Ricordando che l’attività di un atleta non è a vita e non vale rovinarsi quando ce la si può fare allenandosi.

Vanni ci sottolinea che lo sport prima di essere soldi e fama è divertimento e passione, qualcosa che si fa per stare bene. Con queste parole di incitamento è finita la conferenza di informazione del 26/02/2019.