Chi dice Donna dice “Danno”

Scritto da: Elena Paolucci

venerdì, 8 Marzo 2019


Ripercorriamo la “donna” dall’opinione dei poeti, fino a quella delle legge senza dimenticarci il loro contributo.

Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese” Oscar Wilde.

Essere donna è un compito terribilmente difficile, visto che consiste principalmente nell’avere a che fare con uomini” Joseph Conrad.

Se dici di amarla che senso ha farla soffrire?…. Come fai a rovinare la vita a una donna se in fondo è grazie donna se sei al mondo” GonnYScandal.

Alcune canzoni e frasi di internet parlano di amore verso le donne. Amori nati, passati, traditi. Donne seduttrici, romantiche, facili e/o complicate. Madri, madri forti a cui le famiglie devono tutto e madri povere, che però amano. Mentre in altre canzoni si chiedono come mai le donne siano vittime, perché sono così deboli e perché l’uomo al posto di proteggerle le usa.

In Italia dal 2000 sono state uccise più di 3000 donne e il 37.1% degli omicidi è un caso di femminicidio. I motivi dei reati sono la gelosia e il possesso e nel 44.6% la vittima aveva già denunciato in precedenza il futuro assassino. Solo nei primi tre mesi del 2018 sono già 18 i casi di femminicidio.

L’unico modo per ferire una donna è renderla vittima? No, anche la discriminazione la ferisce.

Studio, lavoro, sport e religione.

Banalmente possiamo affermare che ancora oggi in questi ambiti e in molti altri, le donne e gli uomini non sono alla pari.

Nel primo caso forse le donna studiano meno? Assolutamente no. I dati riportati dalle ricerche dell’OCSE hanno dato grande merito alle donne in ambito di studio, infatti in Italia il 67% delle donne è laureato e il 55% ottiene il punteggio massimo con lode (110 e lode). Quindi perché le donne lavorano meno? Perché per loro ottenere cariche alte è più difficile? Una delle scuse che spesso ci sentiamo rispondere è la maternità. La donna ha figli quindi deve stare a casa e occuparsi di loro, ma questo si potrebbe risolvere con strutture adeguate, asili nido. Posti che in Italia non esistono quasi più, che se situati anche all’interno di strutture lavorative, permetterebbero alle madri di continuare il lavoro. Inoltre, i dati OCSE dimostrano che, se una madre è laureata è più favorevole a mandare il figlio in un luogo di confronto sin dai primi anni, e questo, lo spingerà a proseguire gli studi più facilmente. In Italia gli asili nido contano solo il 24% dei bambini, ed è dovuto a vari aspetti. L’aspetto culturale (ci si tiene alla famiglia, quindi i bambini se possibile sono guardati dai nonni), l’aspetto economico (se il figlio o i figli sono curati in casa da famigliari ci sono meno uscite di denaro) e l’aspetto, come citato in precedenza, strutturale (in Italia non ci sono quasi più asili nido).

Nel mondo del lavoro ci sono differenze anche a livello salariale. Le donne prendono il 75% in meno degli uomini e la differenza di retribuzione dell’U.E. è del 16%.

Inoltre, a livello generale, non siamo più una società in movimento quindi, continua a studiare chi è figlio di “studiati”, separando ancora di più chi ha un reddito alto da uno basso.

Persino nello sport, che dovrebbe essere un filo rosso, ci sono discriminazioni. Mentre gli uomini sono riconosciuti come atleti a livello professionistico e quindi aventi contratti, retribuzione, pensione e tutte le tutele basilari, le donne sono confinate al livello “principiante”. Se un’atleta donna vuole fare sport e vivere di quello, deve trovare un altro lavoro. Qui entrano in campo i corpi militari che, in cambio di prestigio e fama le assumono. Per esempio Federica Pellegrini che è una guardia penitenziaria, Sofia Gogge che fa parte delle Fiamme Gialle o Bebe Vio che è una poliziotta. Oggi la presidentessa dell’ASSIST, Luisa Rizzitelli, denuncia la discriminazione sportiva e sui social, di recente, ha fatto notare quanto l’Italia abbia assunto un comportamento immaturo, creando un danno morale nel non inserire neanche una donna su ventisei atleti della delegazione paraolimpica per i giochi invernali a Pyeong Chang.

Le donne hanno ottenuto una modifica della legge 91 che consente di avere un sostegno di maternità, una piccola “toppa” per colmare un grande problema.  

Uomo e donna

“Uomo” = ISH, “donna” = ISHÀ(H). In ebraico le due parole hanno la stessa radice e quindi la traduzione corretta dovrebbe essere “uomo” e “uoma”, due peculiarità differenti, ma aventi entrambi gli stessi doveri e diritti.

Il testo biblico ci informa che la donna è stata tratta dalla costola dell’uomo e nel corso dei secoli questa affermazioni è stata spesso travisata e utilizzata da chi voleva affermare la superiorità maschile. In realtà, proprio evitando di forzare i testi biblici, l’autore della Genesi, ha voluto affermare che, essendo la donna tratta dalla costola e non da un arto inferiore o dalla testa, significa che hanno pari dignità e nessuno dei due può e deve sentirsi superiore all’altro.

Inoltre, il teologo Marie – Dominuque Philipe afferma che, il fatto che la donna sia stata creata per ultima può essere visto come la fine di tutta la creazione o meglio, la donna è la creatura che rappresenta il vertice del creato. Da questo vertice la donna ha una vocazione speciale, che è quella di alimentare nell’uomo la capacità di amare.

Da qui la famosa frase “Dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna”

La donna e la legge

Nel 1975 c’è stata una modifica della legge n°151 (“Riforma del diritto di famiglia”), cambiata per tutelare e uniformare le norme ai principi costituzionali. Con questa riforma venne riconosciuta la parità giuridica dei coniugi, istituita la comunione del beni e venne riconosciuta a entrambi la responsabilità genitoriale.

Fino ad oggi, nel momento del divorzio, la madre è solita avere la custodia esclusiva dei figli, che vedono il padre solo nei fine settimana o in giorni accordati, inoltre la casa viene affidata al genitore affidatario. Negli ultimi anni però, i divorzi e le separazioni sono aumentati e quindi, la legge ha apportato delle modifiche, l’affidamento condiviso. Se per tutto questo tempo, la donna è quasi sempre stata quella favorita dai divorzi, si può dare per certo che lo sarà anche più avanti? Quando divorzia ha l’affidamento, la casa, la divisione dei beni, assegni di mantenimento, ma questo, secondo il ministro della famiglia deve cambiare. L’affidamento non va per scontato alla donna, che è comunque parte attiva di una separazione, non le è dovuta la casa, né il mantenimento, soprattutto se è in grado di lavorare e mantenersi da sola. La legge, che fino a questo momento aveva “difeso” la donna in questo ambito, ora potrebbe ribaltarsi. 

Esempi di grandi donne

Nella storia ci sono state grandi donne che, o da sole, o affiancano degli uomini hanno sempre combattuto. 

Anna Bolena senza la quale non ci sarebbe stato lo Scisma anglicano.

Amelia Earhart la prima donna ad aver sorvolato sia l’Atlantico, sia il Pacifico.

Rosa Parks che pose “l’accento” sulla lotta per la discriminazione razziale.

Coco Chanel che rivoluzionò il significato di moda, facendo sentire donna una donna.

Giovanna D’Arco che contribuì a salvare la Francia durante la guerra dei trenta’anni.

Marie Curie che fu la prima donna a insegnare alla Sorbona di Parigi e vinse due premi Nobel, uno col marito per la fisica e uno per la chimica.

Rita Levi Montalcini che vinse il Nobel per la medicina.

Margherita Hack che è stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico contribuendo in ambito astrofisico.

Elsa Morante prima donna ad aver vinto il premio Strega.

Valentina Tereskova che è stata la prima donna ad aver viaggiato nello spazio.

Malala Yousafzai che a soli 11 anni ha combattuto e combatte tutt’ora per i diritti delle donne in Pakistan.

“Chi dice Donna dice Danno.

Ed è vero perché

Danno la vita,

Danno la speranza,

Danno il coraggio,

Danno il conforto

Danno amore”

Con la partecipazione dei professori:

Gallina per la parte di religione (origine e significato),

Savini per la parte civile (dati OCSE) e

Bruschi per la parte sportiva (situazione reale)