Pietro Mennea-la freccia del sud

Scritto da: Mattia Ghirardelli

sabato, 25 Aprile 2020


Il film, diretto da Ricky Tognazzi, parte con il protagonista, Pietro Mennea, ai blocchi di partenza della gara
che gli farà vincere la medaglia più ambita: l’oro alle Olimpiadi.
Da qui è ripercorsa la sua vita, da quando, bambino, già correva ed aiutava il padre Salvatore o a prendere il
latte alla madre.
Quando l’Avis Barletta lo nota e lo fa partecipare alle sue gare, Pietro inizia anche a seguire le gare alle
Olimpiadi di Messico ’68 di Tommie Smith, che lo ispira e convince a voler diventare un atleta.
Carlo Vittori, tecnico federale italiano, lo nota e gli propone di allenarsi con lui alla Scuola Nazionale di
Atletica “Bruno Zauli”.
Per Pietro è un’occasione da non perdere, che però, incontra l’opposizione della madre Vincenzina, poco
convinta sulle possibilità che una professione come questa possa dare un futuro al figlio. Pietro però insiste
e va ad allenarsi duramente fino a raggiungere, nel 1971, il record italiano sui 200 piani.
Alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, nella Germania Ovest, del 1972 si classifica terzo sui 200 metri piani.
Mennea, perfezionista, non riesce a dirsi contento del risultato. Lui voleva diventare il numero uno e ora
punto a divenirlo in futuro. Alle Olimpiadi di quell’anno poi, lui e tutti gli abitanti del mondo sono sconvolti
per l’attacco di un gruppo di terroristi di Settembre Nero, un’organizzazione terroristica palestinese, che
irrompono negli alloggi destinati agli atleti israeliani e ne uccidono 7. Nel periodo delle Olimpiadi inoltre è
in crisi con Carlotta, la ragazza che frequenta.
Dopo le Olimpiadi, grazie all’aiuto di Vittori, il suo allenatore, Pietro si allena, migliora e ritrova la fiducia in
sè stesso ed a Nizza, nel 1975, arriva primo.
Il risultato non gli basta e, nel frattempo, si iscrive all’Università, dove conosce Manuela, che diventerà sua
moglie.
Nel 1976 partecipa alle Olimpiadi di Montréal, in Canada, dove non otterrà nessuna medaglia. Deluso e
amareggiato non molla e fin da subito comincia ad allenarsi duramente per le Olimpiadi di Mosca del 1980,
quando l’Italia aderisce al boicottaggio della manifestazione sportiva a causa dell’invasione sovietica
dell’Afghanistan, permettendo solo agli atleti non appartenenti a corpi militari di partecipare.
Fortunatamente quindi il nostro atleta può gareggiare e vincere la medaglia d’oro nei 200 metri piani.