La stanza degli abbracci.

Scritto da: Stefano Pettinari

venerdì, 13 Novembre 2020


I

residenti della casa di cura Domenico Sartor di Castelfranco Veneto, vicino a Venezia, si tengono per mano con i rispettivi parenti in visita attraverso un dispositivo di plastica e vetro.

È così che in questa RSA è nata la “stanza degli abbracci” “Perché questo tempo non è solo “il tempo del Covid” è soprattutto il presente, il solo che ci è dato a disposizione e l’unico nel quale nutrire e curare le relazioni con le persone che amiamo.”

“Guarda, mi basta solo sentire il calore della vostra pelle.. (Antennatre 0.51)”

Così disse l’anziana alla figlia che era andata a trovarla quest’estate, quando i familiari nella RSA in cui è ospite si potevano incontrare ma soltanto all’aperto e restando distanziati, senza contatto.

Un episodio commovente, ce ne sono molti altri, non ci si può accontentare solo di vedersi, non è giusto, l’umanità è fatta di relazioni che conoscono vicinanza, affetto e intimità.

Come si fa a pensare che tra Madre e Figlia e Marito e Moglie ci si possa accontentare di soddisfare solo la vista? Sebbene sia meglio di niente non bastava. Dunque così è nato questo progetto di accorciare le distanze mantenendo lo stesso livello di sicurezza.

Un Opera rivoluzionaria a livello fisico e psicologico che aiuterà sicuramente moltissimo gli animi degli anziani nelle RSA.

Una delle tante rivoluzioni provvisorie portate dall’esperienza della pandemia, una tra le più belle che finalmente porterà un po di speranza dove negli ultimi tempi era stata tolta.