Intervista a Giovanni Impastato

Scritto da: Andrea Alloisio

venerdì, 1 Novembre 2019


-Signor Impastato, cosa ne pensa della trattativa Stato-mafia?
Io credo che non si dovrebbe parlare di trattativa Stato-mafia, ma invece di trattative. Questo tipo di accordo non è una novità, e non mi meraviglio dell’ultima e del fatto che ci siano condanne, anche se non in via definitiva.


-Lei è sempre stato favorevole alle idee di Peppino?
No, o meglio in molti casi sono stato titubante. Condividevo le sue idee politiche ed ero affascinato dal suo modo di parlare e di esprimersi. Non condividevo però il suo modo di scontrarsi con la mafia così direttamente, anche se questa mia non condivisione era probabilmente dettata dalla paura, dalla famiglia e dal fatto che avevo 5 anni in meno di lui.


-Come ha reagito la mamma alla morte di Peppino?
Dopo la morte di Peppino, nostra madre ha trovato la forza di opporsi finalmente a quelle idee che già dalla morte di nostro zio e nostro padre le andavano strette, ma che sposava ancora per amore della famiglia. Per chi ha visto il film “I cento passi” che racconta la storia di Peppino e quindi anche la nostra, dopo la morte di Peppino, quando al capezzale arriva nostro cugino americano, la mamma dimostra con quale determinazione lei non voglia più essere attaccata alla tradizione mafiosa e rifiuta la vendetta dicendo a questo nostro cugino che suo figlio, mio fratello, non era uno di loro e lei di vendette non ne voleva. Oramai aveva chiaro tutto e quel sentimento di protezione che provavamo prima facendo parte di Cosa Nostra si era trasformato in disgusto, dettato anche dal fatto che la vendetta non era per Peppino, ma per far riacquistare alla famiglia Impastato quell’ “onore” che aveva perso. Negli anni poi ha insistito perché Casa Memoria venisse aperta al pubblico e che la storia di Peppino venisse raccontata, facendolo prima lei e poi lasciando a me e ai miei figli quest’eredità.


-Suo padre è stato ucciso per aver tradito Cosa Nostra per il figlio?
Si, mio padre rifiutò la cravatta che per la mafia è un simbolo importante, dice “se non farai il nostro volere che il nodo della cravatta possa strozzarti”. Quello che gli era stato chiesto con questa cravatta era di lasciar uccidere il figlio e lui non solo si è rifiutato ma ha fatto quello che poteva per impedirlo, almeno fino a quando non l’hanno ammazzato.