Riforma del Copyright: Cosa succede ora?

Scritto da: Mattia Ghirardelli

mercoledì, 10 Aprile 2019


Martedì 26 marzo è stata approvata dal parlamento europeo la riforma del copyright nel mercato unico digitale europeo con 348 voti a favore, 274 contrari e 36 astenuti.
Il dibattito e il rinvio di questa riforma continua da ben due anni perché alcuni paesi europei, quali Italia, Olanda, Lussemburgo, Polonia e Finlandia, si sono opposti agli articoli 11 e 17( ex art. 13) della proposta di modifica delle norme del diritto d’autore.


Ma cosa prevedono questi due articoli esattamente?


L’articolo 11 prevede che gli snippet giornalistici, ossia le anteprime delle notizie lanciate su Google News e sui social network, dovranno essere ancora utilizzati ma senza abusarne e dovranno essere molto brevi. Resta ancora da chiarire cosa significhi concretamente molto brevi e se ai player digitali servirà una licenza, ossia un autorizzazione dai ogni singolo editore.

L’articolo 17(ex art. 13) stabilisce lobbligo delle piattaforme digitali di chiedere il consenso per mostrare in Rete dei contenuti protetti dal diritto d’autore e, se questo non accade, saranno le piattaforme come Google, Facebook responsabili ( non è ancora chiaro come).
Ci saranno, però, delle attenuati per le piattaforme che si impegneranno veramente a contrastare il problema e, nonostante ciò, falliscono.
L’articolo, inoltre, prevede che le varie piattaforme web debbano applicare dei filtri online, (come per esempio quello di Youtube già funzionante) per contrastare e impedire che il diritto d’autore venga meno. Il compito del filtro, quindi, sarà quello di filtrare ed eliminare i contenuti che violano il diritto d’autore. Il problema è che non tutti si possono permettere un mezzo così costoso. L’unico modo sarebbe, per le piccole imprese, di controllare uno ad uno i contenuti per evitare responsabilità legali. Una proposta improponibile che sfavorirebbe le piccole realtà editoriale. Aspettiamo quindi di sapere come sarà possibile attuare concretamente ciò che è scritto nell’art.17.

Sono esclusi da questa riforma le gif, i meme che sono delle idee, stili o azioni che si propagano attraverso Internet spesso per imitazione o scherno, le startup con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, con meno di 5 milioni di utenti mensili e meno di 3 anni di vita, i servizi cloud e le società no-profit e open source come Wikipedia.

Nonostante ciò il giorno prima del voto, Wikipedia ha oscurato le pagine in italiano dalle 8 alle 24 con la seguente scritta:

Questa riforma presenta molte criticità ed oppositori, fra cui anche il governo italiano, ma anche degli aspetti positivi. Se questa nuova normativa sul diritto d’autore verrà ratificata dalla maggioranza qualificata degli Stati membri (servirebbe l’opposizione di almeno 13 Paesi europei per non approvarla e per ora gli Stati contrari sono solo 8) ed entrerà in vigore ufficialmente essa spingerà i colossi del Web a stringere accordi con gruppi editoriali ed editori sulle licenze duso.
Rimangono alcune criticità sul coinvolgimento o meno di blog, pagine commerciali, siti professionali.


Attendiamo allora i prossimi sviluppi e auspichiamo che si faccia più chiarezza su questa riforma, fondamentale per il rispetto del diritto d’autore di tutti, dai piccoli ai grandi editori, aziende, persone.

Voi cosa pensate di questa riforma? Siete d’accordo sui vari punti?

Scrivetelo nei commenti!!!